Antonio Paolucci
“Il mito di Firenze” in “Il tempo della memoria-Cronache fiorentine” op. citata
Ammiro di Giuliano Pini la sua capacità di confrontarsi col Mito.
Il Mito è il Convitato di Pietra. Abita la nostra storia, sta dietro ai nostri pensieri, eppure è silenzioso, indecifrabile ed anche imbarazzante perché ti obbliga a confronti smisurati che possono umiliarti.
Il pittore Pini non si tira indietro. Accetta la sfida e decide di misurarsi col Mito nella incarnazione storica per un artista più clamorosa e più impegnativa: Firenze.
Alla città di Firenze infatti è dedicata la monografia che il Museo dell’Ospedale degli Innocenti ospita.
Sono immagini di Firenze, sono personaggi di Firenze, sono memorie di Firenze le opere che sfilano davanti a noi nella Sala degli Innocenti. Si capisce che dietro c’è una storia artistica cangiante e multicolore, c’è il grande passato di una città che ancora oggi attira come un campo magnetico imprigionandoti in una rete d’oro. Giuliano Pini dal mito di Firenze si è lasciato imprigionare. Lo ha fatto con spirito d’amore, quasi per attrazione fatale, assumendosi tutti i rischi dispiegando le sue risorse di fantasia evocativa, di allusivo realismo, di irreale colore.
Questa mostra, davvero, è il vertice di una carriera. Il “neo-romantico”, l’espressionista, il simbolista Pini, – “fenomeno quasi incredibile di un grafico erede di Botticelli ed osservante di Michelangelo, che galvanizza per così dire Beardsley e Schiele …” – (sono parole di Carlo Lodovico Ragghianti del 1979) ha voluto dedicare alla città amata la sua prova più impegnativa.
Antonio Paolucci
Soprintendente per i Beni Artistici e Storici delle provincie di Firenze, Pistoia e Prato